Un giro del mondo nei servizi più strani degli alberghi

Avete mai visto in giro per il mondo un ragazzo, in genere prestante, che percorre la spiaggia in maglietta bianca e scritta blu: «Tanning Concierge»? Ecco, quella persona è il servizio abbronzatura dell’hotel: il suo lavoro è aggirarsi scrutando i lettini e salvare gli ospiti dal rischio ustione. In pratica un «guardone» dei raggi uv, che fornisce creme, unguenti e, in caso critico, anche bibite reidratanti, come capita al modaiolo Ritz-Carlton di Miami.

Tutt’altra atmosfera per i kid’s concierge, a disposizione dei bambini. Tra i tanti avvistati in giro (alcuni, come quello di Legoland, sono statue all’ingresso fatte di mattoncini, ma non meno pronti a far divertire i bambini), forse il più raffinato lo abbiamo visto in azione al Belmond Villa San Michele di Firenze: per gli ospiti tra i 4 e i 12 anni niente baby club, ma mini accappatoi, peluche in camera con latte e biscotti, scuola da pizzaioli e caccia al tesoro nell’atmosfera dantesca dell’antico convento toscano.


UN CONCIERGE PER OGNI BISOGNO (ANCHE FUTILE)

Il concierge, o «capo portiere», figura da sempre leggendaria, ma i tempi cambiano: ora c’è il fireplace concierge (addetto al camino, ispirato forse al maggiordomo Carson di Downton Abbey), il bath concierge (più sexy, prepara un bagno di bolle perfetto con l’essenza preferita, petali sparsi e lanterne), l’e-butler (maggiordomo digitale: risponde da una app in pochi secondi, si «scarica» al St. Regis di New York) e il bikini concierge, utile in caso di bagno di mezzanotte improvviso. Negli hotel Standard non è in carne e ossa, ma un distributore automatico, però non sbaglia una taglia!

SPEGNI IL WI-FI E CORRI
Ecco un giro del mondo delle novità 2014, pensando a un’estate serviti e coccolati. Anche fai da te: imitare lo stile hotel in casa è facile e di sicuro successo (in fondo, basta un cioccolatino sul letto). L’unico rischio: ordinare room service al concierge-fidanzato. Ma come, non volevamo essere tutti connessi, ovunque e comunque? Non più. E gli alberghi si adeguano. L’hotel che prende più seriamente la cosa è forse il salubre e celebrato Brenners Park-Hotel & Spa di Baden-Baden (Germania), che da quest’estate nella nuova spa (Villa Stéphanie) avrà un programma specifico di detox, anche digitale: cavi elettrici isolati per ridurre l’elettrosmog, un interruttore in camera che spegne il «flusso» di elettricità per Tv e dispositivi, un altro che disattiva coraggiosamente il wi-fi, e ciao WhatsApp. Un detox specialist a quel punto studia dieta e trattamenti.

Più etnico, ma altrettanto sano, il Lakshman Sagar Hotel di Raipur, Rajasthan, che tra i prodotti da bagno include il bastoncino di legno per la pulizia dei denti alla maniera tradizionale indiana: superigienico e antibatterico naturale. Dopo il relax, si chiude con lo sport.

Molti hotel di ogni livello forniscono con la chiave una mappa di percorsi per correre o camminare. Ma non basta più: al Four Seasons Hotel des Bergues di Ginevra si parte all’alba verso il lago tutti insieme tra manager agguerriti e operatrici Onu attente alla linea. Alla guida, una sorta di running concierge senza pietà che alla fine ricompensa i distrutti con una colazione iperproteica: eggs benedict. Segreto: le uova in camicia con la salsa olandese sono il test degli addetti ai lavori per capire quando un albergo è davvero all’altezza.

 

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